Molinero Umberto Stefano Giovanni
MOLINERO UMBERTO
ANNI 24
“207° FANTERIA TARO”
DISPERSO DAL 15 MAGGIO 1916 TRA ADIGE E VALLARSA DURANTE “Offensiva di primavera” la spedizione punitiva contro l’Italia, conosciuta come Strafexpedition il cui scopo era arrivare da Trento fino a Venezia
Scrisse Emilio Lussi: «Improvvisamente, una nostra mitragliatrice aprì il fuoco. Io mi levai per vedere. Gli austriaci attaccavano.Chi ha assistito agli avvenimenti di quel giorno, credo che li rivedrà in punto di morte». |
Nella notte tra il 14 e il 15 maggio 1916 l’artiglieria austro-ungarica dalla Valsugana cominciò un bombardamento a tappeto (tecnica finora mai utilizzata sul fronte italiano) sulle linee nemiche, che di fatto colse impreparati molti comandi locali. L’artiglieria italiana, meno della metà di quella austriaca e relativamente inferiore nella potenza, non reagì, avendo ricevuto in molte zone l’ordine di non fare nulla a meno di contrordini diretti da parte del Comando Supremo — ordini che non arrivarono mai, poiché molti degli ufficiali si trovavano in brevi periodi di vacanza, l’Undicesima e la Terza Armata austro-ungariche attaccarono su un fronte lungo 70 km. |
La resistenza italiana seppe tenere sul Coni Zugna, sul Pasubio e sul Passo Buole (dai 10 ai 15 km più indietro); quest’ultimo passò poi alla storia come Termopili d’Italia. La XXXV Divisione italiana fu una delle più colpite dall’attacco nemico: pur controllando solo 6 km di fronte, si abbatté sui suoi uomini il fuoco di più di 300 pezzi (di cui un’ottantina di medio calibro e una trentina di grosso calibro), seguite dal poderoso attacco del XX Corpo d’armata austro-ungarico dell’arciduca Carlo.
L’attacco finì il 2 giugno con la controffensiva italiana e con numeri spaventosi: 147.730 morti italiani e 82.815 austoungarici.
A livello popolare, aveva destato grande scalpore la morte o la cattura (e la conseguente esecuzione) di alcuni tra i più illustri e conosciuti personaggi dell’irredentismo italiano: Fabio Filzi, Damiano Chiesa, Cesare Battisti, Nazario Sauro ed Enrico Toti.