Molinero Umberto Stefano Giovanni

15 Febbraio 2023 Off Di Itervitae

MOLINERO UMBERTO

ANNI 24

“207° FANTERIA TARO”

DISPERSO DAL 15 MAGGIO 1916 TRA ADIGE E VALLARSA DURANTE “Offensiva di primavera” la spedizione punitiva contro l’Italia, conosciuta come Strafexpedition il cui scopo era arrivare da Trento fino a Venezia

Scrisse Emilio Lussi: «Improvvisamente, una nostra mitragliatrice aprì il fuoco. Io mi levai per vedere. Gli austriaci attaccavano.Chi ha assistito agli avvenimenti di quel giorno, credo che li rivedrà in punto di morte».
Nella notte tra il 14 e il 15 maggio 1916 l’artiglieria austro-ungarica dalla Valsugana cominciò un bombardamento a tappeto (tecnica finora mai utilizzata sul fronte italiano) sulle linee nemiche, che di fatto colse impreparati molti comandi locali. L’artiglieria italiana, meno della metà di quella austriaca e relativamente inferiore nella potenza, non reagì, avendo ricevuto in molte zone l’ordine di non fare nulla a meno di contrordini diretti da parte del Comando Supremo — ordini che non arrivarono mai, poiché molti degli ufficiali si trovavano in brevi periodi di vacanza, l’Undicesima e la Terza Armata austro-ungariche attaccarono su un fronte lungo 70 km.

La resistenza italiana seppe tenere sul Coni Zugna, sul Pasubio e sul Passo Buole (dai 10 ai 15 km più indietro); quest’ultimo passò poi alla storia come Termopili d’Italia. La XXXV Divisione italiana fu una delle più colpite dall’attacco nemico: pur controllando solo 6 km di fronte, si abbatté sui suoi uomini il fuoco di più di 300 pezzi (di cui un’ottantina di medio calibro e una trentina di grosso calibro), seguite dal poderoso attacco del XX Corpo d’armata austro-ungarico dell’arciduca Carlo.

L’attacco finì il 2 giugno con la controffensiva italiana e con numeri spaventosi: 147.730 morti italiani e 82.815 austoungarici.

A livello popolare, aveva destato grande scalpore la morte o la cattura (e la conseguente esecuzione) di alcuni tra i più illustri e conosciuti personaggi dell’irredentismo italiano: Fabio Filzi, Damiano Chiesa, Cesare Battisti, Nazario Sauro ed Enrico Toti.