Il 7 Agosto
Per tutti gli Osiensi la sagra di S.Donato è un’appuntamento al quale è difficile rinunciarvi, fin da bambini il pellegrinaggio al santuario con le bancarelle e le luci era parte della sacralità della festa che si tramutava poi crescendo nella devozione per il Santo. La prima testimonianza dell’esistenza di una chiesa dedicata a San Donato risale a un atto notarile del 10 aprile 1443. Si ritiene che la chiesa sia stata costruita dagli abitanti come voto per scongiurare la peste, l’edificio ha subito diverse modifiche:
1636: Un restauro generale della chiesa.
1742: Un ampliamento del portico laterale.
Inizio del XX secolo: L’edificio fu allungato e alzato, trasformato a croce latina, e venne aggiunta una nuova facciata. In questo periodo furono realizzate anche decorazioni interne, tra cui affreschi e stucchi, e furono aggiunte due opere del pittore osiense Abramo Spinelli.

Quello che vi raccontiamo di seguito è oltremodo divertente per noi ma dà l’idea di quanto era importante la “questione” S.Donato.

A S. Donato NON SI BALLA


Le lettere pubblicate furono scritte quasi ogni anno dal 1931 alla fine degli anni ’40 dal Parroco di Osio Sotto Don Giovanni Manzoni (1873-1959). Come vedremo più avanti la “crociata” contro il ballo in Osio venne combattuta addirittura coinvolgendo la questura di Bergamo oltre che le autorità locali, altra curiosità del Reverendo è stata quella di impedire che nei mesi caldi d’estate si impedisse l’ingresso in chiesa delle fedeli sprovviste di “manichette”, ovvero di maniche posticce atte a coprire le braccia nude.




Addirittura coinvolse il comando Americano di Bergamo

Ovviamente questa ricerca che appare ai nostri tempi quasi divertente ci spiega che tipo di influenza anche politica e sociale esercitava la chiesa in quegli anni su una popolazione che in poco tempo aveva subito due guerre mondiali e pativa la fame e il ritardo del progresso, il quale, avrebbe concesso anche agli Osiensi negli anni seguenti il miglioramento della vita e la liberazione dall’assurdità di inutili obblighi morali.


Il biglietto da visita del parroco, sul retro una classica raccomandazione per il Municipio, queste intercessioni dei Sacerdoti di paese era comune anche per quanto riguardava le domande di lavoro presso le aziende.
La Festa
Come in tutte le sagre di paese gli intrattenimenti erano semplici e conviviali, il cibo era ed è uno dei motivi per degustare piatti tipici di cui un tempo si conservava gelosamente la propria ricetta, le osterie e trattorie erano punti di ritrovo sociale ai quali si aggiungevano “street food” dell’epoca con carretti trasformati in rivendite di frutta e di dolci e “generi di cucina”, poi bancarelle di giochi per bambini, vendita di animali.

ma non solo le bancarelle di cibo e di giochi riempivano le piazze di Osio :

La Signora Ortolani chiese di impiantare in Piazza “Aliardi”, un tiro a segno e un tiro a turaccioli

E chissà cosa erano le “Autofolle”?
I Fuochi artificiali
Come in ogni sagra che si rispetti i fuochi artificiali sono parte integrante della festa del 7 Agosto, negli anni che raccontiamo erano piuttosto artigianali e di modeste dimensioni di fuoco infatti la gente poteva ammirarli in piazza oppure in qualche cortile, gli Artificieri sin da allora erano la Famiglia Martinelli di Mariano al Brembo.




